La Peste Nera e le Sirene ai Murazzi

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Ieri sera ho partecipato al Murazzi Poetry Slam di aprile, vinto dalla poetessa e scrittrice Anna Giuba, una serata molto divertente presentata dal poeta torinese Max Ponte e dalla poetessa Silvana Kuhtz, responsabile del progetto Poesia in Azione.

I testi che ho letto sono stati due: La Peste Nera, che trovate QUI, e un componimento più vecchio, Sirene, che pubblico qui sotto.

Il prossimo appuntamento con il Murazzi Poetry Slam è per venerdì 17 maggio, ultimo “scontro” prima della finalissima di giugno.

Sirene

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Vela, la barca è finita al largo.
Vela, il vento ci ha trascinati.
Il mare grosso ride beffardo,
coprendo l’urla dei condannati.

Salsa di sale la prora e di schiuma,
il legno affonda la chiglia nel mare,
il peso fende le acque pesante
e l’equipaggio governa la nave.
All’albero, figlie di Poseidone,
il vostro incanto mi ha fatto legare:
i miei compagni son sordi alle grida,
ma io ci sento, volute creature!
Il mare è scuro e denso, ma l’odore
e il canto guidano le mie voglie
verso le onde dell’isola roche.
La vostra voce mi strappa alle corde
e, libero di guadagnar la costa,
penetro i flutti e verso voi mi slancio.

Mi vieni incontro, in mezzo all’acque nere:
la pelle, bianca come spuma, frange
la cresta all’onde; ecco avanzare il seno
accogliente e la tua chioma e il viso
e le braccia, forti, atte a ghermire.
Il sorriso m’ammalia e la tua stretta
mi piace. Ci uniamo, lasciamo andare
i nostri corpi al ritmo della voglia,
uniti, disperati, amalgamati,
acqua nell’acqua del più vasto mare.
Ma, tutt’a un tratto, inaspettata guizza
la tua coda di pesce e mi colpisce;
alla voluta schiavitù del cuore
lo schianto ti sottrae delle mie ossa,
che sporgon dalla carne lacerata.
Ingorda, mia sirena, ora t’avventi
contro il mio corpo e lo riduci a brani;
ti pasci della carne e della vita,
ti sazi del mio sangue e mi finisci.

[Mario Badino, un po’ di tempo fa]

>>> Nella prima foto, i partecipanti alla serata (io sono il terzo da sinistra, quello mezzo nascosto e con la faccia un po’ così).

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Sonno in bottiglia

Uno schizzo.

Sonno in bottiglia

La notte stilla il sonno e l’imbottiglia
come vino, sicura
che non sarà scoperta,
che gli alambicchi del laboratorio
non si riveleranno
a chi è rimasto in giro
fino a tardi. Vendere le bottiglie
a chi soffre d’insonnia:
questo è il trucco per mettere da parte
quanto basta e pagare
la luce delle stelle, la bolletta
della rugiada fresca,
l’affitto dell’alone per la luna.

[Mario Badino, (fino al) 17 aprile 2013]

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19 aprile, Murazzi Poetry Slam

volantino_slamNe parlo perché è una bella cosa e perché sarò uno dei concorrenti. Perciò queste righe equivalgono a un invito. Chi può, chi vuole, chi ama la poesia, sappia che il prossimo venerdì (19 aprile) sarò a Torino, al Magazzino sul Po (Murazzi lato corto, a sinistra dando le spalle a piazza Vittorio), a partire dalle 21.30, per il Murazzi Poetry Slam, una gara tra poeti che si sfideranno leggendo i propri testi – inediti, durata massima 3 minuti ciascuno – e saranno votati dal pubblico per alzata di mano.

Chi vince la sfida va avanti, fino all’elezione del vincitore o della vincitrice della serata.

Conducono il poeta torinese Max Ponte, ideatore dell’iniziativa, e Silvana Kuhtz, poetessa e docente universitaria, responsabile di Poesia in Azione, in un abbraccio ideale tra Torino e la Puglia.

Fatemi compagnia!

I partecipanti:

LELIO SEMERARO NESTORE
MARIO BADINO
LORENZO CANALE
ANNA GIUBA
DAVIDE ROMANO
RENÈ MIRI
LARA GALLO
SILVIA RUSTICHELLI
TOMMASO DE MARTINO
MARCO CANDIDA

L’evento su Facebook.

>>> L’entrata al Magazzino sul Po è libera con tessera Arci. Di seguito, l’intervista-fumetto (di Massimo Ligrani) – clicca sull’immagine per ingrandirla

intervista_fumetto

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Il Lampione della Poesia

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Oggi, 10 aprile, nella mia città, ho attaccato con lo scotch una poesia (Ricerca) a un lampione. Da questo momento è nato il Lampione della Poesia, al quale invito tutte e tutti ad attaccare versi. Non dico dove si trova, però, perché credo sia bello imbattervisi per caso, anche se in realtà la foto è abbastanza esplicita.

Credo che alcune regole siano necessarie, per evitare di tappezzare di cartacce una struttura che è di tutt* e rendere… impoetico quest’angolo di poesia.

Io propongo quanto segue:

1) Le poesie attaccate al lampione sono lì per essere lette. Se ce n’è una sola, la si legge sul posto; se ce ne sono di più, se ne può prendere una da portare con sé;

2) L’idea è che sul lampione dovrebbero esserci contemporaneamente 3, 4, massimo 5 testi. Chi arriva e trova lo spazio occupato, può prendere la poesia di un altro e lasciare la propria;

3) Bisogna evitare fogli troppo grossi e ridurre al minimo la quantità di scotch utilizzato, anche per consentire alle persone interessate di portar via il testo con facilità;

4) È consentito attaccare componimenti propri, ma non in maniera esclusiva: più che una vetrina personale, dovrebbe essere un angolo dedicato alla poesia in generale;

5) Chi attacca i fogli dovrebbe assicurarsi, se può, che nel giro di qualche giorno siano rimossi ed eventualmente sostituiti, per evitare d’imbruttire la città con pezzi di carta ammassati, laceri e rovinati dalla pioggia;

6) Il Lampione della Poesia potrebbe anche non essere fisso, ma cambiare di quando in quando luogo, così da prevenire eventuali lamentele.

Così è come la vedo. Naturalmente, ognun* farà come vuole. Sarebbe bello, in ogni caso, se l’idea prendesse piede e si diffondesse magari anche in altre città. Nel caso, fatemi sapere [camminante(chiocciola)inventati.org] e ricordate: per iniziare la tradizione sono sufficienti un pezzo di carta e un pezzo di scotch.

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Tirana (collaborazione foto-poesia con Teresa Raimondi)

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Una nuova collaborazione foto-poesia, questa volta con Teresa Raimondi, la cui pagina Flickr invito a visitare QUI.

Sono partito dall’immagine “prestatami” da Teresa, scattata a Tirana nell’estate del 2011. Ciò che è venuto fuori lo pubblico qui sotto.

Tirana

Ora l’attesa è luce che dipinge,
so che tra poco suoneranno i passi
lungo la strada di terra battuta,
quei passi che faranno della strada,
di questa periferica contrada
di cui non c’è notizia negli annali,
il centro colorato del mio mondo:
mi porteranno te, il tuo sorriso,
l’inutile berretto sulla fronte
e le risposte pronte, i tuoi pensieri,
il bordo della gonna, gli occhi neri,
i fianchi fatti apposta per le mani,
che trovino l’appoggio per amarti.

Il cielo bianco affonda nelle pozze,
dall’alto verso il basso e verso il cielo,
per fare il bagno a mezzo della via,
insieme con le case, con i pali,
come due amanti pronti ad incontrarsi.

[Mario Badino, 8 aprile 2013]

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Bagliori

Mah.

Bagliori

È un gioco inutile – mi dice il muro
ridare un nome al volto dei ricordi,
a quei bagliori che si fanno strada
nella testa per perdersi di nuovo,
senza portare un poco di costrutto.

È un gioco inutile – mi dice il vento
adesso che chi forse ricordava
non ha più fiato per una risposta
e ha traslocato fuori del pianeta
lasciando pochi fogli nel cassetto.

Eppure il vento batte contro il muro
e mi riporta indietro con la mente,
fornendomi episodi contornati
del fumo dell’affetto dell’infanzia.

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Camminante

bosco_valvisdende

Quella che propongo in questo articolo è una collaborazione un po’ particolare, perché questa volta la poesia non è stata scritta a partire dalla foto, né la foto è stata realizzata a partire dalla poesia. Si tratta piuttosto di un’affinità estetica ed emotiva: io mi sono ritrovato nell’immagine e la sua autrice nelle emozioni che descrivo nel testo.

La fotografia è opera di Erica Boschiero e raffigura un bosco della Val Visdende (Belluno). Erica è cantautrice, è brava, e io, nel consigliarvi di ascoltarla, non posso che rimandarvi al suo sito.

Camminante

Forse le strade del mondo
son piene di tipi come me,
di pellegrini laici
intenti a venerare il bello
contrada dopo contrada,
decisamente fuori tempo
per una vita randagia,
desiderosi di illudersi
che basti il bosco, il sentiero
per liberarsi dei legami
obbligati e ripartire.

Ma è certo che sarebbe bella
vissuta in coppia, la strada,
se solo fossero gli stessi
i paesaggi prediletti.
Io in questo bosco di alberi
che mi fanno da custode
provo uno smarrimento vero
e resto muto, incapace
di trasmetterti la bellezza
dei tronchi che si levano,
dell’aria imbevuta di luce,
dell’ombra che dà conforto
al camminante silenzioso.

Così, passo dopo passo,
son catturato dal mistero,
tentato dal dio pagano
che vive sui rami più alti.
C’è la sua voce nel vento,
ma è voce che parla a me solo,
eccitazione dei sensi,
desiderio di essere parte
di quell’intrico di vita.

[Mario Badino, 27, 28 e 29 marzo 2013]

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Il sentiero

Una poesia molto vecchia (estate 2000), scritta per una mostra-installazione di poesie e fotografie, dal titolo Stanze per un improbabile paesaggio, realizzata insieme al fotografo Paolo Rey.

Prossimamente metterò online in questo spazio un archivio dei vecchi lavori, in formato .pdf, liberamente consultabile.

Il sentiero

Hai un sorriso disarmante,
lo vedo dalla luna
Il mio passo di adesso
è già quello di prima,
e premo la montagna
sul sentiero
che m’innalza

La fronte è madida
di ricordi, che cadono
in terra nel silenzio
della notte

Ti muovi come
un essere selvatico,
con l’istinto di chi è parte
del creato
e danza la danza
universale:
lo vedo dalla luna,
dalle foglie sulle piante

E mi lancio all’insù,
con vigore rinnovato,
mordo il suolo faticoso,
guidato dal silenzio

All’improvviso mi arresto,
chiudo gli occhi e guardo

[Mario Badino, estate 2000]

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Novità

Novità.

Alla fine il 21 marzo ho celebrato la Giornata internazionale della poesia distribuendo in strada il testo di una mia poesia, Ricerca.

Chi, pur abitando ad Aosta, se la fosse persa, potrebbe trovarne ancora una copia lasciata in un bar o edicola. Altre copie, in ogni caso, le “perderò” in giro nei prossimi giorni, a mo’ di messaggi chiusi in bottiglia e affidati alle onde. Chi volesse aiutarmi in questo piccolo “gioco” potrebbe stampare il volantino (scaricabile QUI) e diffonderlo a sua volta in una parte qualsiasi del mondo.

Chi poi volesse semplicemente leggere la poesia, la trova pubblicata QUI.

Novità.

Il 19 aprile dovrei riuscire a partecipare al Murazzi Poetry Slam di Torino, una gara tra poeti votati dal pubblico, lungo il Po, in una cornice che mi ha sempre affascinato. Più avanti darò maggiori informazioni.

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21 marzo, Giornata internazionale della Poesia

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Questo giovedì
, 21 marzo, è la Giornata internazionale della Poesia.

Perché, come tutte le specie in via d’estinzione, la poesia ha bisogno di una giornata dedicata, per pensare, per capire, più semplicemente per leggere o ascoltare.

Avrei voluto organizzare una serata di lettura, non farò a tempo e sarà per l’anno prossimo. Se riuscirò, sarò in strada e mi troverete a distribuire poesie, su semplici fogli di carta. Cercherete di evitarmi, pensando che intenda vendervi qualcosa, e resterete stupiti quando vi accorgerete che non vi avrò chiesto nulla.

Il 21 marzo è anche il primo giorno di primavera, la stagione in cui la natura si risveglia, seguita dai nostri sensi, passione, desiderio, bisogno di libertà e fantasia, improvvisazione. Sarebbe bello allora trovarsi in strada nel modo più spontaneo, con un sorriso, un libro, qualche verso, i più fortunati – quelli che sanno – uno strumento musicale.

Per fare incursione in mezzo alla gente che passa.

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