Oggi, 10 aprile, nella mia città, ho attaccato con lo scotch una poesia (Ricerca) a un lampione. Da questo momento è nato il Lampione della Poesia, al quale invito tutte e tutti ad attaccare versi. Non dico dove si trova, però, perché credo sia bello imbattervisi per caso, anche se in realtà la foto è abbastanza esplicita.
Credo che alcune regole siano necessarie, per evitare di tappezzare di cartacce una struttura che è di tutt* e rendere… impoetico quest’angolo di poesia.
Io propongo quanto segue:
1) Le poesie attaccate al lampione sono lì per essere lette. Se ce n’è una sola, la si legge sul posto; se ce ne sono di più, se ne può prendere una da portare con sé;
2) L’idea è che sul lampione dovrebbero esserci contemporaneamente 3, 4, massimo 5 testi. Chi arriva e trova lo spazio occupato, può prendere la poesia di un altro e lasciare la propria;
3) Bisogna evitare fogli troppo grossi e ridurre al minimo la quantità di scotch utilizzato, anche per consentire alle persone interessate di portar via il testo con facilità;
4) È consentito attaccare componimenti propri, ma non in maniera esclusiva: più che una vetrina personale, dovrebbe essere un angolo dedicato alla poesia in generale;
5) Chi attacca i fogli dovrebbe assicurarsi, se può, che nel giro di qualche giorno siano rimossi ed eventualmente sostituiti, per evitare d’imbruttire la città con pezzi di carta ammassati, laceri e rovinati dalla pioggia;
6) Il Lampione della Poesia potrebbe anche non essere fisso, ma cambiare di quando in quando luogo, così da prevenire eventuali lamentele.
Così è come la vedo. Naturalmente, ognun* farà come vuole. Sarebbe bello, in ogni caso, se l’idea prendesse piede e si diffondesse magari anche in altre città. Nel caso, fatemi sapere [camminante(chiocciola)inventati.org] e ricordate: per iniziare la tradizione sono sufficienti un pezzo di carta e un pezzo di scotch.
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