Ancora sulla Peste Nera


Per un po’
non ho più pubblicato, sia per motivi che sono personali e che oggi non dico, sia perché impegnato a modo mio nella campagna referendaria culminata nella consultazione popolare del 18 novembre, che ha trasformato in legge il divieto di smaltire i rifiuti a caldo nel territorio regionale della Valle d’Aosta.

Il tema dei rifiuti e del loro possibile incenerimento (oltre alle ragioni personali sopra menzionate) mi hanno suggerito l’argomento di una poesia che ancora non vuole venir fuori in forma compiuta. Dopo averne pubblicato due brandelli, torno ad assemblare qualche strofa, tanto per non perdere l’abitudine di aggiornare queste pagine.

La Peste Nera

Si diffonde nell’aria.
Tu respiri,
la morte vola,
cerca preda,
t’abbraccia.

Ripercorri la traccia dei tuoi passi
lungo il marciapiede, accanto al traffico
che ingombra la statale col suo flusso.
Scantoni verso sud: l’acciaieria
distende le sue forme da gigante
addormentato sulla città, suo letto.

Ti inoltri nella pista ciclabile.

Nessuna nave in viaggio, questa volta.
Non serve scomodare pulci e topi,
latori di contagio dal Mar Nero:
il male è peste chilometri zero
e si diffonde intorno a te, nell’aria,
ovunque, ovunque, che fai, non respiri?
Hai posto sul balcone qualche vaso
come difesa blanda dal contagio;
risciacqui nella doccia la tua pelle.

Scivoli via il contagio,
insieme all’acqua calda della doccia,
e scolli via la patina incolore
dai panni stesi al sole,
dai bimbi presi all’uscita di scuola,
dall’altalena appesa al cigolio,
dalle vetrine in saldo,
dal tavolo di birra,
dai cenni di saluto,
dall’aria della sera in primavera,
dai ricordi d’infanzia,
da questa passeggiata,
dal primo appuntamento,
dai seni contro i quali sorridenti
lasci affondare il volto,
dal corpo nudo che abbraccia il tuo corpo.

Comprato il latte
Cucinato
Mangiato
Letto
Stirato
Litigato
Telefonato

ovunque ovunque ovunque

[Mario Badino, 10 dicembre 2012]

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Viola la notte

Notte di pioggia e freddo,
tempo di speranza,
ricordo d’altre notti.
L’oscurità è velata,
le nubi vecchia stoffa,
la massa bianca che ricopre il cielo
è fatta viola e densa dalle luci
della città che dorme.
Tutta, non tutta:
gli amanti vegliano
e le auto si allontanano
sopra l’asfalto zuppo.

[Mario Badino, 31 ottobre 2012]

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Burrasca

Maschere bianche
sopra le onde grosse,
il vento infuria.

«Non c’è nessuno a bordo che mi ami?»,
domanda il viaggiatore.

Il suo corpo
sa di dover morire.
Vuole stringere
altri corpi, anticorpo alla paura
di salutare e via,
verso l’ignoto.

La ciurma è indaffarata:
nessuno sembra
accorgersi di lui, del suo spavento,
di quella voce rotta
dalla certezza
dell’inevitabile.

[Mario Badino, 17 ottobre 2012]

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Musica

A volte vedere le cose con gli occhi di un altro suscita collegamenti e idee che non avresti immaginato. Ho chiesto al fotografo Moreno Vignolini di prestarmi uno scatto, quello che vedete qui sopra (ingrandibile con un clic), dal quale partire per comporre una poesia.

Pubblico di seguito il testo. Moreno farà altrettanto nella sua pagina Facebook, che potete visitare QUI.

Musica

Posato lo strumento
sui cubetti di pietra,
ascolto, incantato,
l’armonia del tuo volto.

Gli occhi fissi negli occhi,
ancora sottosopra
per la novità della tua musica,
mi avvicino insicuro.

Luce nitida e fredda
intorno, come di palcoscenico:
tutto sembra irreale.

Defilati come ombre,
intenti a contemplarci
abbiamo fatto casa
nell’angolino in alto,
quello che al primo sguardo non si nota.

[Mario Badino]

Moreno Vignolini è giornalista e fotografo. In Valle d’Aosta collabora con Aostasera.it, La Stampa ed è direttore del semestrale Rendez-Vous. Ha collaborato con mensili nazionali (Bell’Italia, Pleinair, Ottagono, Jesus…) e fa diverse altre cose. Crede che nell’osservazione di ciò che ci circonda quotidianamente si nasconda quella continua sorpresa, ricchezza dei semplici, capace di ridonare senso al cammino. Il suo è un esercizio cominciato da pochi anni con la consapevolezza che la strada da percorrere è ancora lunga. Intanto continua a scattare e a pubblicare qua e là le sue immagini, un po’ per gioco, un po’ per amor di condivisione. Si cresce sempre insieme, d’altronde, e comunque, come dice qualcuno, sa che la foto migliore è quella che scatterà “domani”.

Per ora lo trovate solo su facebook – www.facebook.com/morenophotographer – per il sito… work in progress.

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Kandinsky

Fino a domenica (21 ottobre) resterà aperta, al Museo Archeologico Regionale di Aosta, la mostra Wassily Kandinsky e l’arte astratta tra Italia e Francia, a cura di Alberto Fiz.

La rassegna comprende oltre 90 opere, una quarantina di Kandinsky, le altre di artisti  come Hans Arp, Sophie Taeuber-Arp, César Domela, Florence Henri, Joan Miró, Francis Picabia e gli italiani Piero Dorazio, Gillo Dorfles, Alberto Magnelli, Alessandro Mendini, Gianni Monnet, Mauro Reggiani, Ettore Sottsass, Atanasio Soldati e Luigi Veronesi.

La breve poesia che segue trae ispirazione da uno dei dipinti esposti intitolato, Falce.

QUI il dipinto.

Falce

Bosco di fabbrica
due lune in cielo
falce di luce
impalcature

[Mario Badino, agosto 2012]

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Costruendo la peste nera (2)

Steso i panni in terrazzo

Fatto un salto ai giardini

Sbirciato le vetrine

Camminato per strada

Preso una bibita al bar

Salutato qualcuno

Dato un appuntamento

Raggiunto la scuola

Comprato il latte

Cucinato

Mangiato

Letto

Stirato

Litigato

Telefonato

Comprato un biglietto

ovunque ovunque ovunque

[Mario Badino, 12 ottobre 2012]

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Poesia minima

A volte è per scherzo, altre sul serio. Talvolta s’affaccia a queste pagine l’opera compiuta, talaltra l’esperimento, lo schizzo. E si può impunemente cercare d’imitare, senza riuscirvi, la poetica brevità di Ungaretti.

Autunno

Datemi un viale sterrato
e due file di alberi.

[Mario Badino, ottobre 2012]

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Costruendo la peste nera

La peste nera non la faccio io. Io sto pensando a scrivere alcuni versi sull’aria che respiriamo, noi e i nostri figli. Quello che segue è solo il primo abbozzo.

La peste nera
si diffonde
nell’aria

Tu respiri
la morte vola
cerca preda
t’abbraccia

Ti difendi
senza vere armi

Rincasando
risciacqui
nella doccia
pelle e capelli

Nel balcone
hai posto
qualche vaso
per tutelarti
dal contagio

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Diluvio

Sarà l’autunno che porta con sé l’idea della pioggia, ma oggi mi è uscita questa…

Diluvio

Dice Noè che ha l’arca
e che si salverà dal brutto tempo,
mentre noi resteremo tutti zuppi.
Ha pure cominciato a radunare
animali randagi:
l’ho visto litigare col leone
che non voleva cedere lo scettro.
«Povero pazzo!», dico,
e penso al tempo in cui stimavo il vecchio
per la sua posatezza.
Contro il diluvio servono riforme,
altro che imbarcazioni!
«Riforme condivise»,
ha chiesto ieri il Capo dello Stato:
meno diritti e Stato, più mercato.
Oggi le prime gocce.
Il Parlamento ha trasformato in legge
l’ennesimo decreto:
aiuti e sgravi per chi fa gli ombrelli
e per i fabbricanti di gommoni
anche il cavalierato del lavoro.
In solidarietà con i piccioni
di San Marco, il Consiglio dei Ministri
si riunirà a Venezia.

[Mario Badino, 8 ottobre 2012]

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Nascondino

C’è ancora spazio in cantina, ma poco,
dietro i ciocchi seccati,
dietro le casse piene,
tra gli scaffali ingombri
di varia cianfrusaglia,
dietro i rintocchi della cattedrale,
così vicina eppure indifferente.
C’è ancora spazio, poco:
la differenza tra fuga e riposo,
tra l’umano e il meschino.
Ma se mi accogli, attenta
ai passi pesanti degli stivali
armati, e al calpestio
segreto delle spie.

[Mario Badino, 8 ottobre 2012]

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