Piccolo squarcio d’estate


In attesa di dare a queste pagine una loro fisionomia, sto pubblicando testi che considero seri, o anche impegnati, insieme ad altri più leggeri, come è il caso dei due che trovate di seguito, piccolo ricordo dell’estate 2012 e dell’afa ora che l’autunno, almeno dalle mie parti, è ufficialmente arrivato.

Prendeteli come scherzi, nulla più, il secondo un po’ più sperimentale.

Incubo

Quando il sole del primo pomeriggio
si muta in cappa di piombo,
le forze, risucchiate, se ne vanno,
abbandonano il corpo
come se il sangue in parte evaporasse.
Non dar la colpa a caldo e digestione:
è l’Incubo che beve, che si nutre,
pigro vampiro attivo il dopopranzo,
e a chi, colpito, dorme
dona il conforto della spossatezza.

[Mario Badino]

Zanzare

Io
sono
all’erta.
Me ne sto qui
come un soldato;
qui, di sentinella.
Zanzare, dove siete?
Vi ho viste prima volare,
nascondersi è inutile, dico!
Vi troverò e, se vi trovo, chissà
quali supplizi saprò riservarvi.
Tutto m’infastidisce di voi:
il vostro sibilo stressante,
il vostro volo sbilenco
che rende arduo colpirvi,
anche il mimetismo
che vi nasconde
alla mia ira.
Ma attente:
vinco
io.

[Mario Badino]

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