Se sapessi suonare, tu, canzone,
usciresti dalle mani forgiata
in LA minore, suono di campana,
umore di mattina troppo presto,
quando si vuol dormire e non c’è dato.
E questo primo accordo
mi metterebbe con la faccia al bivio:
su verso il MI, con il suo suono cupo,
oppure giù, incontro al RE minore,
pacato e tintinnante,
ma denso sempre di malinconia?
Se sapessi suonare, vagherei
piuttosto di frequente in queste strade,
con improvvisi guizzi verso il SOL.
[Mario Badino, notte tra il 23 e il 24 febbraio 2013]