Il bagno della Musa

Pubblico per dimenticare (ogni riferimento alle elezioni politiche è più che scontato).

Musa che lasci il bagno
di mare zuppa d’acqua salsa
e sali sulla nube
cerulea che t’innalza
lassù, oltre gli ombrelloni,
lontano dalle creme,
dalla pelle abbronzata,
dalle urla dei bambini
che vengono alle mani
per un castello rotto,
aliena a queste cose;
tu, Musa cara e bella,
mentre verso l’Olimpo
serena ti dirigi,
sei richiamata a terra
dalla potenza lieve
di questa vecchia cetra.
Poetando, ti costringo
qui, in mezzo a noi bagnanti,
in mezzo agli ombrelloni
variopinti; sei presa
al laccio della rima,
la metrica ti avvinghia
e ti rilassi solo
con una birra in mano,
oppure mentre sfidi
gli amici a biliardino.
«Dite, l’avete vista?»
domandano i poeti,
ritti sulla battigia.
«È quella col costume
rosso, tutta contenta
perché ha segnato ancora»

[Mario Badino, 25 febbraio 2013]

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