Tornerò ancora sull’argomento, perché non è facile, per me, comprendere chi si prende il diritto di togliere una vita, apparentemente senza problemi di coscienza.
Chi concepisce la violenza come il mezzo più indicato per la lotta, al fine di imporre la propria visione del mondo.
Quanto ho appena detto potrebbe valere per molte situazioni diverse. Diciamo che lo spunto per questa poesia mi è stato fornito dalla nuova serie di aggressioni fasciste che insanguina l’Europa.
Nel disinteresse complice di tant*.
Il posto vuoto
E poi se uccidi qualcuno, che fai?
Lo chiamerai nemico
e ti racconterai che così è meglio.
Cercherai di credere
di aver salvato il mondo col tuo gesto.
Com’è pulito, adesso:
splende come la lama del coltello.
E se qualcuno ti uccide, che fai?
Lo chiamerai nemico
e ti racconterai che ti ha mancato.
Cercherai di credere
che in fondo è stato solo fortunato.
Comunque sarai morto,
e il morto parte e lascia il posto vuoto.
E se il nemico sono io, che fai?
Mi chiamerai nemico
e ti racconterai che faccio schifo.
Cercherai di credere
che il bimbo che son stato s’è guastato:
non son più umano, adesso,
ma carne per la lama del coltello.
Eppure, ogni mattina guardo il mondo
sperando che sia meglio.
[Mario Badino, 7-8 giugno 2013]
Thank you, Alan, I was sure you would have liked it… 🙂
I is a wonderful book, a masterpiece
Thankyou
Alan…