Stèmbaimì

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Mi accorgo di non aver mai pubblicato sul blog questa poesia, che è stata presentata a Leinì (Torino), al Caleido.Scoppio del 30 luglio 2015, con l’accompagnamento alla chitarra di Federico Folclash Bormida (provate a immaginare che canzone ha eseguito).

È un testo un po’ diverso dal solito per metrica e lunghezza del verso – ho cercato la semplicità – e l’argomento, per una volta, è – vorrebbe essere – l’amore.

Della serata di luglio esiste un video, che spero di pubblicare prossimamente.

La foto della luna è stata scattata da Alessandro Marangio. Il telescopio è di Ivo Mitrugno.

Stèmbaimì

Enuèndenàitascàm
endelendisdark,
e la luna scintilla
nel cielo sulla terra,
e la terra è serena,
e le stelle son braci
che la vegliano belle,
e mi guardi e ti guardo,
ed il mondo è qualcosa

Uèndenàitascàm,
endelendisdark,
ma non completamente,
e la luce del cielo
riesce a muovere i passi
che ci portano svelti,
e ti sento e mi senti

So, so uèndenàitascàm,
e la terra rinfresca,
l’aria tocca le braccia
e ci bagna la pelle,
ci stringe,
e ci porta ad amarci,
en delendisdark,
sopra i corpi intrecciati,
sotto il cielo di luna
e restiamo intessuti
fino a farci vicini.

[Mario Badino, 29-30 luglio 2015]

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