Torno a parlare del lampione della poesia.
Lo scorso 10 aprile, ad Aosta, ho attaccato con lo scotch una poesia a un lampione (Ricerca). È stato l’atto costitutivo del Lampione della Poesia, un elemento del cosiddetto «arredo urbano» trasformato in supporto sul quale appendere versi, propri o altrui, in un luogo pubblico (che, essendo pubblico, è di tutt* e che tutt* dovremmo contribuire a far vivere).
Non avevo rivelato dove si trova, nella convinzione che sarebbe stato bello imbattervisi per caso, ma – nonostante la segretezza – l’iniziativa era stata apprezzata, nel mondo virtuale di Facebook come in quello reale, e sul lampione le poesie avevano cominciato a fiorire, mentre anche le pagine locali della Stampa avevano parlato dell’iniziativa.
Dopo questo inizio promettente, non ho più avuto molto tempo per occuparmi della cosa e devo ammettere che da qualche settimana il lampione non è più frequentato. Resiste ancora un unico foglietto, che da solo fa persino un po’ tristezza…
Varie persone, però, continuano a chiedermi dov’è questo benedetto lampione, lasciando intendere che apprezzano l’iniziativa e che vorrebbero partecipare. Mi piacerebbe dunque rilanciare, tornando ad attaccare io qualche foglietto, per dare il buon esempio, e soprattutto rivelando l’ubicazione del lampione. Per rispetto verso chi non volesse saperlo, nella speranza di imbattervisi da sol*, lo scriverò qui sotto, nella parte estesa dell’articolo, iniseme alle “regole” che avevo immaginato per l’iniziativa (se state già leggendo l’articolo in versione estesa potete sempre cliccare su Home e preservare l’alone di mistero).
L’idea, lo ricordo, è che i versi non sono una cosa d’élite e devono essere letti dal pubblico più vasto e vario possibile. Il meccanismo, invece, è quello dello scambio: prendo un foglietto e ne attacco un altro, come in un dono reciproco.
Rinnovo infine l’invito a tutte le persone che non abitano dalle mie parti a introdurre l’iniziativa anche nella loro città…
Il lampione della poesia si trova Continua a leggere→